Bolsovirus contro tutti? E’ il capitalismo imperialista, bellezza.

Scritto dasu 4 Aprile 2020

Morire di virus o morire di fame. In Brasile le classi sfruttate sono oggi strette tra queste due opzioni presentate dalle fazioni interne alla classe dominante. Sia Bolsonaro che Doria, Maia, Toffoli o Witzel concordano nello scaricare sui lavoratori i costi della crisi, nell’abbandonare i lavoratori informali, nel ridurre i salari dei lavoratori pubblici e nel contenere il tetto della spesa pubblica secondo la PEC 95.
Tuttavia la crisi ha fatto emergere una situazione di duplice potere tra governo federale e i governatori: Bolsonaro ha rinnegato il proprio ministro della salute, Doria si è posizionato contro il presidente, in sintesi l’ampio campo politico reazionario, strutturato attorno alla difesa della governabilità e all’approvazione della riforma pensionistica, è semplicemente esploso. Senza tralasciare che Bolsonaro da tempo porta avanti un progetto bonapartista, mentre nel frattempo circolano voci di un (ennesimo) golpe bianco avvenuto negli ultimi giorni all’interno dei palazzi.

Bolsonaro è un neofascista irresponsabile, ma c’è una logica dietro alle sue azioni. Bolsonaro segue Trump e il progetto imperialista americano: un recente editoriale sul Wall Street Journal aveva avvertito che la depressione economica sarebbe stata peggio della pandemia. Bolsonaro difende gli interessi della classe che lo appoggia: tra salvare vite umane, evitare una calamità negli ospedali e salvare gli affari, ha preso una decisione. In Brasile ci sono più di trenta milioni di persone con più di 60 anni e un sistema di salute pubblica assolutamente inadeguato a rispondere ai bisogni delle classi popolari. Se il tasso di mortalità è equivalente a ciò che è noto a livello internazionale, migliaia di vite saranno messe a repentaglio, forse peggio. Per Bolsonaro, però, il contagio di massa è il male minore, il presidente è il braccio di una frazione della borghesia brasiliana terrorizzata dall’inevitabile recessione.

In questa prima puntata sul Brasile ai tempi del Covid-19, abbiamo parlato degli interessi e movimenti interni alla classe dominante con Luciano, attivista di Sao Paulo:


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