Braccianti e solidalx in lotta tra repressione e regolarizzazione

Scritto dasu 28 Maggio 2020

Pronto un maxi-piano di controlli per i ‘migranti della frutta’ di Saluzzo: in campo anche l’Esercito” titolano i giornali della Granda, descrivendo la militarizzazione del territorio saluzzese legata ad un piano di controllo del territorio in vista della prossima stagione della frutta. In campo Esercito, Polizia locale, Penitenziaria e la PolFer nelle stazioni ferroviarie. I controlli saranno a tappeto, tanto dentro il territorio comunale, con una sorveglianza speciale nell’area del Foro Boario, dove storicamente hanno trovato un rifugio di fortuna le centinaia di migranti sfruttati nelle campagne, quanto nei comuni e territori limitrofi. Quest’anno, con la chiusura sia del dormitorio temporaneo allestito dal Comune, che delle altre forme di sistemazione precaria prima presenti sul territorio, per i braccianti migranti si prospetta ancora più povertà, precarietà, criminalizzazione, repressione.

Nel frattempo, continua la criminalizzazione delle lotte bracciantili e della solidarietà, come si legge in un comunicato del Comitato Lavoratori delle Campagne: “Nella giornata di domenica 24 maggio è arrivata la quinta richiesta di foglio di via per una compagna che aveva partecipato al blocco del Porto di Gioia Tauro il 6 dicembre scorso, e una denuncia per il presidio tenutosi il 15 febbraio a Foggia quando la Ministra Lamorgese inaugurava la locale sezione della DIA. In entrambi i casi, si trattava delle mobilitazioni di chi vive in campi di lavoro e ghetti, lavora nelle campagne e dal 2015 scende in strada per chiedere i documenti, i contratti, le case, i trasporti.
Ascolta l’aggiornamento di una compagna questa mattina ai microfoni:

 

In un articolo titolato “Operai agricoli, virus e regolarizzazione“, si legge: “A quasi due mesi da quando le associazioni degli agricoltori hanno iniziato ad agitare lo spettro degli “scaffali vuoti” per carenza di manodopera stagionale nelle raccolte, il governo italiano sembra deciso a metterci una pezza con una sanatoria ad hoc. In questo lasso di tempo, il dibattito sul tema è stato fitto e acceso. Da ogni parte (esponenti politici, sindacali e del mondo agricolo in primis) sono rimbalzate cifre allarmanti: 370.000 operai in meno nel comparto, e cioè, statistiche alla mano, l’intera compagine dei lavoratori stranieri in agricoltura. (…) Se considerare la sanatoria in arrivo – senz’altro insufficiente a garantire l’intera platea di irregolari, e in ogni caso per nulla risolutiva rispetto alla gestione delle politiche migratorie – unicamente come effetto delle rivendicazioni di chi vive nei ghetti e lavora nelle campagne italiane sarebbe illudersi, non si può d’altra parte ignorare il ruolo che sicuramente queste battaglie vi hanno giocato.

Abbiamo quindi cercato di mettere in evidenza le luci e le ombre della sanatoria 2020 e al contempo dipanare la matassa dell’attuale composizione della manodopera sfruttata nel comparto agricolo, per commentare la richiesta padronale dei cd. “corridoi verdi” dall’Europa dell’Est. Proprio mentre, in Germania, lavoratori e lavoratrici stagionali, principalmente provenienti dalla Romania hanno manifestato contro lo sfruttamento nella raccolta di asparagi e fragole.
Ascolta la diretta:

 


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