Polonia. Cariche ed arresti al corteo contro i centri di detenzione

Scritto dasu 15 Febbraio 2022

Sabato scorso si è tenuto a Vengen un corteo internazionale promosso dalla rete No Border polacca. Il corteo, cui hanno partecipato anche no border tedeschi, ha cercato di raggiungere la prigione dove sono rinchiusi i migranti, ma è stato più volte attaccato dalla polizia con manganelli e gas lacrimogeni. Al termine della giornata diversi erano i feriti, due dei quali ricoverati in ospedale. Dieci persone sono state arrestate con l’accusa di aver attaccato la polizia. Questo reato in Polonia è sanzionato con la reclusione da uno a dieci anni.
I compagni e le compagne hanno mantenuto un presidio fuori dalla caserma dove sono stati portati i manifestanti presi dalla polizia. In serata sono stati liberati tre compagn*, gli altri sette sono stati rilasciati lunedì sera. Ai fermati è stato impedito di avere un colloquio privato con il proprio avvocato: tutti sono stati oggetto di violenze fisiche e verbali. Un compagno vegano è stato preso in giro per aver richiesto del cibo senza carne o prodotti animali.
I migranti reclusi hanno sentito la manifestazione e hanno dato segnali di apprezzamento.
Anche all’interno di questi centri cresce la protesta. Dalla mattina del 9 febbraio, nel campo di concentramento di Wędrzyn i migranti hanno cominciato uno sciopero della fame. 130 persone di uno dei blocchi, si sono chiuse nelle loro camere ed hanno appeso all’esterno dei cartelli con la scritta “libertà”. Scioperi della fame e proteste sono partite anche in altri centri.
Muri, filo spinato, barriere, finestre sbarrare e, fuori, carri armati, spari ed esplosioni.
Li chiamano centri, ma sono campi di concentramento. Centinaia di persone sono state trattenute per mesi in queste prigioni, senza avere informazioni sul loro destino, senza avvocati, con un trattamento da vero lager, dove sono considerati numeri e non persone. La conseguenza sono stati tentativi di suicidio, crolli nervosi, peggioramento delle condizioni di salute.

Ne abbiamo parlato con Marco, un compagno che vive in Polonia

Ascolta la diretta:

 

(Purtroppo gli ultimi sei o sette minuti sono andati persi per un buco nell’escopost)

Per info: https://t.me/no_borders_team


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