L’Unione contadina contro l’agricoltura industriale

Scritto dasu 14 Febbraio 2024

In questi giorni L’Unione contadina dell’USI-CIT ha diffuso un appello ai lavoratori e lavoratrici della terra che esprime una netta critica sia dell’agricoltura industriale novecentesca più ambientalmente devastante, sia della strategia UE di approfittare della retorica ambientalista per rinnovare il sistema agroindustriale all’interno di nuove tecnologie altrettanto pericolose, come il processo di liberalizzazione dei NGT (i nuovi OGM) e di altre biotecnologie genetiche.
Denunciano l’insostenibilità economica ed ambientale di tutti i tipi di agroindustria e rivendicano la necessità di costruire dal basso, in modo autogestito, “un’agroecologia contadina radicalmente democratica, socialmente ed ambientalmente virtuosa, in grado di offrire lavoro dignitoso e cibo di qualità in un ambiente tutelato e valorizzato, fuori dalla logica estrattivista e capitalista. Perché a partire da un nuovo modello agricolo si possa costruire un mondo differente”.
Nell’appello analizzano il movimento dei trattori, in cui “ai contadini che coltivano direttamente i propri terreni a livello familiare si affiancano le grandi aziende, che operano grazie al lavoro salariato, oltre ai contoterzisti, che generalmente non conducono direttamente dei fondi agricoli ma che offrono servizi su larga scala alle aziende agricole (mentre mancano completamente i lavoratori salariati).
Questi soggetti, divisi tra loro anche per le differenti situazioni nazionali, devono affrontare problematiche diverse, ciononostante sono tutte riconducibili al modello agricolo di fondo che tutti accomuna: l’agroindustria.
Ne abbiamo parlato con Marco Mani dell’Unione contadina dell’USI-Cit

Ascolta la diretta:

Qui l’appello dell’Unione Contadina – USI-CIT

 


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