Nuova rivolta al CPR di Torino

Scritto dasu 19 Maggio 2025

Venerdì sera una potente rivolta è scoppiata nell’area bianca del CPR di Torino: le fiamme hanno divampato all’interno della struttura fino a raggiungere il tetto. Ad oggi, a meno di due mesi dalla riapertura del centro, le rivolte dei reclusi hanno di fatto reso inagibili due terzi della struttura attualmente in uso. A seguito della prima  rivolta del 30 Aprile, che ha reso inutilizzabile l’area viola, sappiamo che 7 persone sono state denunciate per danneggiamento aggravato.

La giornata di venerdì è stata animata da vari momenti di protesta in un crescendo di rabbia e  insofferenza: a pranzo, i reclusi dell’area blu hanno rifiutato collettivamente il pasto fornito dalla cooperativa Sanitalia, e nel pomeriggio, un materasso è stato incendiato. Il cibo scarso, di pessima qualità e condito di psicofarmaci, unitamente all’assenza di un telefono personale, sono state le ragioni che hanno scaturito questi primi momenti di insubordinazione.

La rivolta nell’area bianca, invece, si è scatenata quando, dopo l’orario di consegna della terapia, due reclusi hanno tentato la fuga arrampicandosi sulla rete del cortile. Uno di loro, è stato velocemente raggiunto dalla guardie di finanza che lo hanno manganellato facendolo cadere per poi colpirlo violentemente lasciandolo a terra.  La persona ferita è rimasta ore in attesa di soccorsi, mentre nell’area divampavano le fiamme e varie persone recluse raggiungevano il tetto. Polizia, carabinieri e guardia di finanza sono rimasti in assetto antisommossa all’esterno dell’area bianca e nel frattempo i vigili del fuoco intervenivano con l’idrante.

Fuori, un gruppo di persone solidali ha raggiunto il centro. Attraverso il muro che separa i reclusi dall’esterno, le fiamme erano facilmente visibili, il fumo era alto e l’odore dei lacrimogeni impregnava l’area. Il coraggio di chi era salito sul tetto ha reso semplice comunicare direttamente, così come è accaduto anche domenica, durante il presidio in solidarietà con i reclusi di Corso Brunelleschi.

La notte tra venerdì e sabato è stata lunga e gli animi non si sono placati. L’ambulanza è intervenuta sul posto solo molte ore dopo (era già passata la mezzanotte), in seguito a varie sollecitazioni. Durante tutto questo tempo, le persone sul tetto intonavano cori e canti, denunciando le condizioni terribili di reclusione all’interno dei lager di stato e la violenza della repressione.

Attualmente, non si hanno notizie della persona uscita a bordo dell’ambulanza ieri notte, mentre un altro recluso dell’area bianca è stato trasportato in pronto soccorso stamattina a seguito di atti di autolesionismo.

I reclusi dell’area bianca hanno passato la notte all’aperto, dormendo nel cortile sui materassi anneriti dalla fuliggine e in parte si trovano ancora lì, visto che le altre aree non sono ancora state completamente ristrutturate, a seguito delle rivolte del 2023. Sembra che i lavori siano attualmente in corso nell’area rossa. Una parte invece dei rivoltosi ha subito trasferimenti verso altri centri di detenzione della Penisola.

Abbiamo chiesto a una compagna dell’assemblea torinese contro i Cpr di fare il punto della situazione dopo questa ennesima protesta all’interno del Centro di Corso Brunelleschi.

 

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