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Con il Disegno di Legge presentato dall’on. Ciccioli per modificare la legge 180, e approvato in commissione sanità alla Camera, sono previsti trattamenti sanitari (psichiatrici) “necessari” TSN, prolungati e attuati contro la volontà del cittadino in apposite strutture. Se verrà tradotto in legge riapre la buia stagione dei manicomi. I manicomi sono stati aboliti, proprio […]
Per la giustizia dei tribunali italiani Marcello Lonzi è stato stroncato da un infarto, rinchiuso nella sua cella del carcere delle Sughere l’11 luglio 2003. Un infarto che spezza otto costole e procura due buchi nel cranio, tranquillamente archiviabile come morte naturale. Maria Ciuffi non ha mai smesso di lottare, sia cercando che nei tribunali […]
Tra gli operatori sociali si diffondono le buone pratiche, dopo lo sciopero di sole poche settimane fa degli operatori sociali non dormienti di Torino supportato dalla CUB oggi a Napoli si bissa con gli operatori sociali di Napoli e i COBAS del capoluogo campano. Ascolta la diretta dal concentramento della manifestazione con Piero del collettivo […]
Prendendo spunto dall’articolo uscito pochi giorni fa su uninomade.org “Oltre il giardino – L’esperienza di Macao e il lavoro creativo” a firma Cristina Morini, alcune valutazioni sulla capacità di eccedere alla propria dimensione di “artisti” del progetto M^C^O e della nouvelle vague delle occupazioni dei lavoratori creativi. Ne abbiamo parlato con Cristina Morini compagna e […]
Gli abitanti di Riano Flaminio si oppongono fermamente alla costruzione nel loro territorio di una nuova mega discarica per i rifiuti di Roma.
A Quadro Alto, da quattro mesi c’è un presidio permanente contro la discarica. Un presidio simile a quelli della Val Susa con sala per le assemblee, giochi per i bimbi, cibo conviso, convivialità e persino le aiuole fiorite.
La notizia più temuta è arrivata il 4 giugno. Il neo nominato prefetto Sottile ha deciso di utilizzare il sito di Pian dell’Olmo come discarica “temporanea” per la città di Roma.
Gli abitanti di Riano e i solidali della zona sono scesi in strada, occupando sin da lunedì la Tiberina, ma continuando a presidiare le entrate di Pian dell’Olmo e di Quadro Alto.
Il primo giorno, oltre alla polizia si sono presentati una trentina di fascisti di Casa Pound, ma, nonostante la casacca ecologista, sono stati con fermezza invitati a stare lontani dal presidio.
Nonostante gli studi del CNR sull’impatto ambientale abbiano evidenziato che Pian dell’Olmo e Quadro Alto sono del tutto inadatti per una discarica, perché il terreno – siamo in una zona di cave di tufo – è poroso e la zona facilmente alluvionabile.
Poco importa a chi – senza aver neppure tentato l’avvio di un ciclo virtuoso dei rifiuti – si accinge a fare l’ennesimo affare sulla pelle dei cittadini. In ballo c’è la privatizzazione dell’AMA, sullo sfondo dello scontro di interessi tra PD e PDL.
In mezzo, tra l’ennesimo business devastante e i politici che si spartiscono la torta, c’è la gente di Riano, decisa a resistere all’imposizione violenta di scelte fatte sulla loro pelle.
Ne abbiamo parlato con Marco, un compagno del presidio di Quadro Alto.
In Emilia, tutti i capannoni industriali delle zone terremotate, sono stati dichiarati inagibili. Si tratta di prefabbricati, molti dei quali non hanno retto alle scosse uccidendo chi ci lavorava. Una strage evitabile, ma la fame di profitto, costi quel che costi a chi lavora, è senza freni. Ha fatto scalpore la notizia dell’imprenditore carpigiano che ha fatto firmare ai propri dipendenti una moratoria che lo libera da ogni responsabilità in caso di nuove scosse. Della serie: o rischi la vita o resti senza lavoro.
In tutta la bassa il ricatto occupazionale è forte. Molti imprenditori potrebbero decidere di delocalizzare, specie le produzioni delle industrie nano tecnologiche, che sono legate a grossi gruppi multinazionali, che certo non hanno alcun problema a spostare altrove il loro business.
Nelle tendopoli lentamente si allarga il controllo della protezione civile, che le trasforma in campi militarizzati, con check in ossessivi agli ingressi, coprifuoco notturno, strutture a panopticon.
Particolarmente grave è la situazione a Rolo, nella tendopoli sono ospitati soprattutto immigrati, dove l’unico compito che la protezione civile ha assolto con straordinaria diligenza è la caccia ai lavoratori senza documenti. In compenso al momento della visita dei compagni alla tendopoli, per 200 persone c’era un solo gabinetto.
Diversamente dall’Aquila la zona terremotata è molto ampia e la protezione civile non riesce a stringere nella propria morsa tutta la popolazione. In molti paesi resistono le tendopoli autogestite nei parchi cittadini o i piccoli insediamenti di tende nei giardini delle case.
In queste zone si sta costruendo una rete di aiuti autogestiti, guardata con molta simpatia dalla gente, che dichiara aperta diffidenza verso la protezione civile.
Ne abbiamo parlato con un compagno, Simone, impegnato nella solidarietà dal basso
La Indesit ha prima annunciato di voler chiudere la fabbrica di None, poi ha chiesto ai 400 dipendenti di produrre lavastoviglie anche di venerdì, dopo due anni di cassa integrazione a rotazione che prevedeva di lavorare soltanto da lunedì a giovedì. Una provocazione, secondo le tute blu torinesi. Che hanno reagito inasprendo la lotta: nessuno […]
In Quebec é in atto da tre mesi un conflitto che oppone studenti, ma ormai anche genitori, professori, disoccupati, lavoratori, e governo regionale. Mentre i mass media si ingolosiscono per qualunque fenomeno assimilabile a brand quali “occupy” o “indignados”, la lotta degli studenti di Montreal, che ha portato in piazza centinai di migliaia di persone e […]
Una vicenda inquietante che getta una luce ancor più sinistra sui criteri di valutazione con cui operatori e magistrati di sorveglianza valutano l’accesso dei detenuti ai benefici previsti dalla legge. Si giudicano “immorali” le opinioni del detenuto, gli si dice chiaramente che il “giusto” atteggiamento è il cieco adempimento di qualunque richiesta provenga dalla direzione […]
Mentre i media occidentali ci bombardano sulla natura sanguinaria del regime di Bashar Al-Assad, emergono le prime clamorose smentite sulle responsabilità delle violenze e la vera identità di morti che vengono spacciati come vittime del regime che si coprono poi appartenenti alla minoranza alawita, coccolatissima dal regime Proprio in questi giorni giunge anche in Italia […]
L’amministrazione comunale torinese ha deciso che nel capoluogo subalpino la tassa sulla prima casa sarà del 5,7 per mille, sulla seconda del 10,6 per mille.
Una delle più alte d’Italia. Il sindaco dichiara di augurarsi che la legge cambi, ma nel frattempo chiede lacrime e sangue, perché l’IMU “è la nostra sola risorsa”. Naturalmente Fassino si guarda bene dal citare le decine di case vuote o sfitte, che restano chiuse mentre si moltiplicano gli sfratti.
Se all’IMU si aggiungono i rincari sulla Tarsu e l’aumento dell’aliquota Irpef il conto per i torinesi si alza ancora.
Ne abbiamo parlato con Renato Strumia della CUB.
Circa due milioni di nuovi casi di cancro sono provocati ogni anno da infezioni, prevenibili e curabili. Ben l’80% si registrano nelle zone più povere del mondo. È il bilancio contenuto in uno studio pubblicato su The Lancet Oncology dai ricercatori della International Agency for Research on Cancer che ha elaborato i dati statistici sull’incidenza dei tumori per 27 forme di malattia in 184 Paesi nel 2008: 7,5 milioni di decessi, dei quali 1,5 milioni sono stati causati da infezioni. “Le infezioni da virus, batteri e parassiti sono una delle cause maggiori, ma anche prevenibili di cancro in tutto il mondo. Pensiamo al papillomavirus umano (Hpv), all’Helicobacter pylori e ai virus dell’epatite B (Hbv) e C (Hcv) – dicono i ricercatori -, che insieme sono responsabili di oltre 1,9 milioni di nuovi casi di tumore del collo dell’utero, gastrico e del fegato”.
L’analisi statistica globale ha anche permesso di elaborare una vera “mappa” delle infezioni e dei tumori a livello globale, facendo scoprire che se nel 2008 il 16% di tutte le neoplasie era correlato con infezioni, nei Paesi in via di sviluppo questa percentuale è pari al 23%, rispetto al 7,4% della parte del mondo più industrializzata.
Siamo di fronte ad una strage evitabile. Nei paesi più poveri e, in particolare, nell’Africa sub sahariana, il costo dei vaccini è esorbitante, ed è pressoché impossibile produrre in loco.
Le multinazionali del farmaco controllano i brevetti e determinano il prezzo, nonostante contribuiscano in maniera irrisoria alla ricerca.
In Africa l’aspettativa di vita è di 40 anni. La pressione biologica è tra le ragioni non secondarie di movimenti migratori inarrestabili, poiché la posta in gioco è la vita stessa.
Ne abbiamo discusso con Ennio Carbone, immunologo e docente all’Università di Catanzaro.