antimilitarismo

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Non si ferma il movimento contro l’installazione del sistema satellitare dell’esrcito statunitense, il famigerrato MUOS, nelle terre attorno a Niscemi. Il protagonismo popolare, dalle “mamme di Niscemi”, ai giovani del presidio permanente, continua costante con i blocchi e le azioni di disturbo dei lavori e degli spostamenti delle truppe USA a difesa dell’area dove dovrebbe […]

4 novembre: come ogni anno le principali piazze italiane hanno celebrato la lugubre “Giornata delle Forze Armate”. In risposta, un ampio cartello di realtà antimilitariste ha organizzato presidi in tutta Italia, per dire no alle politiche di guerra del governo Monti, che tutto taglia meno le spese militari. Abbiamo parlato di guerra, armamenti e spese […]

Il 6 ottobre si svolgerà a Niscemi una manifestazione antimilitarista contro il Muos, un sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, che qunado entrerà in funzione diverrà il perno delle nuove guerre degli Stati Uniti.
Contro quest’ennesima installazione bellica in Sicilia, sempre più portaerei per le guerre di oggi e di domani, sta crescendo la lotta dei comitati di cittadini, che sempre più numerosi si battono contro il Muos. All’inizio di settembre un gruppo di attivisti ha provato a contrastare attivamente i lavori nella sughereta di Niscemi: 17 sono stati denunciati per quest’azione.
La manifestazione di sabato 6 ottobre dovrebbe costituire una sorta di prova del fuoco per un movimento popolare che sta crescendo. In contemporanea si svolgerà un corteo in Australia, dove è in costruzione una installazione simile.
Ne abbiamo parlato con Pippo Gurrieri, di cui riportiamo sotto un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova.

La militarizzazione della Sicilia, dalla fine ufficiale della guerra fredda, non solo non è diminuita, ma ha interessato nuovi territori, adeguandosi alle più moderne strategie belliche statunitensi. Lo smantellamento della base missilistica costruita nell’area dell’ex aeroporto Magliocco di Comiso, alla fine degli anni ottanta, non fu il trionfo della pace sui venti di guerra, ma l’inizio di una nuova e più pericolosa fase in cui l’unica superpotenza rimasta ha rimodulato i suoi progetti di accaparramento violento delle risorse altrui (Iraq, Afganistan, ecc.), e di fronteggiamento della Cina, super potenza emergente, oggi probabilmente più forte dell’Amerika.

In questi piani le basi americane in Sicilia sono state rafforzate e hanno accolto truppe, mezzi e ruoli un tempo di altri siti del Centro e del Nord Europa.

Le nuove guerre che gli Stati Uniti si apprestano a combattere, sono altamente tecnologizzate e permettono di dispiegare armi sempre più efficaci e micidiali, il cui impiego rende l’armata americana quasi invincibile. Le guerre le faranno aerei senza pilota, missili a gettata intercontinentale, sistemi satellitari; provocheranno tanti morti in campo “nemico”, specie tra i civili, ma negli USA non rientreranno più militari dentro bare coperte dalla bandiera a stelle e strisce; il Pentagono annullerà così uno degli effetti negativi che ne hanno condizionato le politiche di aggressione; la guerra scomparirà dalla vista degli americani e sarà solo una “war game” per operatori di computer.

La costruzione della base MUOS (Mobile User Object System) di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, a ridosso di Gela, rappresenta un tassello di queste scelte; sono quattro le basi MUOS nel pianeta: Australia, Hawaii, Virginia e Sicilia; le prime tre in aree desertiche, la quarta in Sicilia, a 2 km da una cittadina di 30 mila abitanti, e per di più all’interno di un sito di interesse comunitario: la Sughereta di Niscemi. Il MUOS, sistema di comunicazioni satellitari basato su onde ad altissima frequenza, è il perno delle nuove guerre americane; quando entrerà in funzione (attorno al 2015), tutte le forze armate USA di terra, di cielo, di mare e sottomarine, ovunque stanziate, potranno essere messe in allerta e in azione simultaneamente; dal MUOS dipenderà il funzionamento dei droni (gli aerei senza pilota) già sperimentati con “successo” durante la guerra di Libia, di cui la base di Sigonella è diventata la capitale mondiale. “Sciami” di droni dalla Sicilia partiranno per bombardare qualsiasi zona del Mondo. Sigonella e Niscemi, dunque, ma anche Trapani Birgi, sono il futuro teatro delle operazioni militari USA. Gli aeroporti civili di Trapani e Catania Fontanarossa già adesso subiscono blocchi improvvisi per gli atterraggi dei droni, che hanno priorità sui voli civili.

Il MUOS è quindi un tassello d’importanza mondiale nella strategia della nuova guerra americana; non può essere guardato come un problema dei niscemesi o al massimo dei siciliani. Sarà pericoloso sin da quando entrerà in funzione poiché le sue emissioni elettromagnetiche interferiranno con ogni tipo di apparecchiatura elettronica nel raggio d decine di km; inoltre il suo fascio di onde metterà fuori uso qualsiasi cosa incontri, tanto è vero che da Sigonella, dove inizialmente doveva essere installalto, è stato spostato a Niscemi, a 60 km circa: le apparecchiature della base e quelle degli stessi aerei militari avrebbero corso seri rischi. Tutt’intorno, per un raggio di 120 km, la vita delle persone ne sarà compromessa, in maniera particolare quella dei bambini e degli anziani: tumari al cervello, leucemie, glaucoma, distacchi della retina, malformazioni genetiche, problemi alla fertilità e alla libido, disturbi nervosi; l’ambiente ne sarà intaccato in maniera irreversibile. Tanto più che già l’attuale base americana NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) per le comunicazioni radio con arei e satelliti e con i sommergibili a propulsione nucleare, costruita all’interno della Sughereta nel 1991, produce emissioni di onde ad altissima e a bassissima frequenza in quantità fortemente inquinanti, e i danni provocati alla salute dei niscemesi, che ne sono più esposti, sono ingenti, per quanto mescolati con quelli dell’inquinamento del vicino Petrolchimico di Gela e non adeguatamente monitorati.

Giovedì 12 luglio sono state consegnate al governo 75.000 firme contro gli F35, i cacciabombardieri di nuova generazione che verranno assembleati nello stabilimento di Cameri, la cui costruzione è ormai avanzatissima.

Ne abbiamo parlato con Domenico Argirò del movimento contro gli F35, di cui riportiamo sotto ujn breve commento:

Certo settantacinquemila firme (comprese la mia e quelle di molti altri compagni ed amici) presentate dalle associazioni pacifiste perbene non sono poche: un bel numero di cittadini che si pronuncia contro gli F-35 e contro l’eccesso di spesa per la difesa. Non sono pochi. Ne sarebbero bastati un decimo per rendere indimenticabile la manifestazione di fine marzo contro la fabbrica di F-35 che stanno costruendo a Cameri: la manifestazione “fantasma” che si è svolta il 24 marzo e che ha portato qualche centinaio di persone addosso alle reti che proteggono l’aeroporto militare all’interno del quale Lockheed ed Alenia stanno appunto allestendo la loro bella fabbrica di morte. Quello era un giorno cruciale: dopo poche ore si sarebbero votate diverse mozioni parlamentari riguardanti proprio gli F-35. Ma quel giorno, evidentemente, i pacifisti perbene avevano altro da fare: cosa che è capitata loro spesso nei sei anni di mobilitazione contro gli F-35 nel territorio novarese. Oppure: mettere una firmetta su un foglio va bene, ma impegnarsi in prima persona è più difficile. E certo è difficile far nascere e consolidare in Italia un vero e proprio movimento antimilitarista di massa. Qui a Novara e dintorni si continua nel tentativo di mobilitare le persone (quelle vere, non i manichini messi in piazza da sindacati di stato o associazionismo istituzionalizzato). Qui si continua a dar fastidio. Qui si continua ad essere convinti che la libertà e la dignità bisogna conquistarsele con fatica e non per mezzo di graziose petizioni al principe.”


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

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