La reistenza kurda sotto attacco in Rojava… e in Italia
Scritto dainfosu 23 Settembre 2014
Dallo scorso giovedì (18 settembre) l’IS (Stato Islamico) sta portando avanti un attacco da tre fronti, con armi e mezzi pesanti, contro la città di Kobane (Ayn al arab in arabo) capoluogo di uno dei cantoni in cui si dispiega la regione del Rojava, teatro di un esperimento politico-socilae di autorganizzazione e difesa militare dal regime di Assad e dalle scorribande sanguinarie dell’estremismo islamista sunnita.
Oltre a essere il cantone centrale dell’area (cosa che permetterebbe, se conquistato, di spezzare in due il Rojava), la città si trova sul confine con la Turchia, importante quindi dal punto di vista strategico perché la città si trova in un punto fondamentale per il controllo dell’Eufrate.
I miliziani dell’Isis avevano già provato a luglio, ed erano stati respinti dalle YPG. Le varie articolazioni del movimento di resistenza kurdo (PKK, KCK e gli altri Cantoni) hanno subito lanciato appelli alla gioventù del Kurdistan per unirsi alla resistenza e difendere il cantone. Moltissimi si sono mobilitati anche dalla Turchia, per presidiare il confine e impedire agli jihadisti di passare e al governo turco di sostenerli (che pare anche in quest’attacco stia continuando a sostenere l’IS rifornendola di munizioni). Si sono però trovati di fronte l’esercito turco, permissivo nel tollerare gli sconfinamenti islamisti ma ferreo nell’impedire l’accorrere dei combattenti curdi.
Si è oltretutti giunti al paradosso di una frontiera bloccata nei due sensi, perché dalla parte siriana premevano qualcosa come 130.000 profughi incalzati dall’avanzamento dell’Is, prefigurando una nuova emergenza umanitaria. A oggi se mbra comunque che la resistenza kurda stia tenendo e che il bastione non sia ancora stato espugnato (certo, non nella sua interezza).
Sugli eventi di questo week-end abbiamo chiesto un commento a Yilmaz, compagno curdo, membro del Congresso Nazionale del Kurdistan (Knk)
A Yilmaz abbiamo anche chiesto di commentare l’arresto di 40 curdi residenti in italia con l’accusa di “finanziare il terrorismo del PKK” avvenuto, anche questo, nel fine settimana…