Inchiesta ONG: intercettati giornalisti

Scritto dasu 6 Aprile 2021

The Guardian, ripreso in Italia da Andrea Palladino su Domani, ha rivelato che nell’inchiesta sulla Iuventa e le ONG Save The Children e Medici senza Frontiere, una società privata ha intercettato le comunicazioni di numerosi giornalisti d’inchiesta, che da anni seguono la Libia e le migrazioni nel Mediterraneo. Queste registrazioni, pur riferite a persone non indagate, sono state trascritte e inserite nei fascicoli della Procura. Quindi, dopo la chiusura delle indagini sul caso Iuventa, sono diventate pubbliche. Come pubblici sono i nomi delle fonti, che, per loro tutela, in un simile contesto, erano ovviamente anonime e riservate.
Quest’operazione mette in pericolo le vite di giornalisti e informatori e rende molto più difficile il lavoro di chi fa informazione, perché la riservatezza delle fonti è uno strumento indispensabile per poter acquisire da persone “interne” agli apparati della guardia costiera libica, come delle stesse milizie, gli elementi indispensabili a rendere meno opaco quello che avviene nei centri di detenzione libici, come in mare.
Tra le giornaliste intercettate c’è anche Nancy Porsia, freelance, che da anni si occupa di migrazioni, subendo anche minacce dalle milizie libiche.
Nancy è stata intercettata e pedinata tramite GPS per sei mesi, mentre la legge consente di farlo solo per 15 giorni a fronte di casi di estrema urgenza e gravità.
Le intercettazioni di Nancy non hanno alcuna di queste caratteristiche.
In quel periodo Nancy Porsia stava indagando sulla situazione in Libia e sulla cosiddetta “guardia costiera libica”, che il governo Gentiloni si accingeva a finanziare per poter esternalizzare la frontiera, delegando ai libici i respingimenti.
Nancy ci ha raccontato di aver sospettato già all’epoca di essere sotto controllo ed in pericolo di vita, perché le sue inchieste potevano mettere sabbia nell’ingranaggio repressivo che il governo italiano stava oliando insieme a quello libico.
Questa vicenda è un precedente gravissimo, perché rivelare le fonti di un giornalista, intercettandolo, rischia di rendere sempre più difficile trovare persone disponibili a raccontare la trama sottesa ad intese internazionali come quella del 2017.
Per quegli accordi migliaia di persone sono morte in mare o nei lager libici.

Ascolta la diretta con Nancy Porsia, su questa vicenda che la vede, suo malgrado, protagonista:


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