Autore: info
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L’ultima strage di civili l’hanno attribuita ad un soldato ubriaco e pazzo. Ma non ci crede nessuno. Lo stesso governo/fantoccio guidato da Hamid Karzai ha preso le distanze da quest’ennesimo atto di ferocia gratuita. Ormai lo fa da mesi, perché nemmeno le esili strutture “democratiche” volute dagli Stati Uniti per mettere in scena lo spettacolo della democrazia, sono in grado di reggere l’impatto delle operazioni notturne dei soldati della coalizione ISAF.
Queste operazioni notturne, con tanto di rastrellamenti e sequestri illegali di civili, raramente si concludono senza lasciare sul terreno nuove vittime. Nonostante le ripetute proteste del parlamento afgano, dello stesso Karzai e della Loya Jirga, gli americani e i loro alleati si sono rifiutati di far cessare queste incursioni sanguinarie.
La strage della provincia di Kandahar con ogni probabilità – lo confermerebbe la presenza di un elicottero sui due villaggi colpiti – si inserisce nel quadro di queste azioni di terrorismo verso la popolazione civile, nel tentativo di erodere il sostegno alla guerriglia talebana.
Questa strage ha un precedente storico nella guerra del Vietnam, che, specie negli USA è lo spettro di guerra infinita che ormai accompagna l’avventura militare afgana. A Mylai, il 16 marzo 1968, vennero uccisi 347 civili, tra cui molte donne – spesso anche stuprate – bambini ed anziani. Alla fine i soldati ammazzarono anche gli animali domestici e diedero fuoco al villaggio. A far scattare la strage fu il sospetto che una famiglia sostenesse i vietcong. Sul tenente William Calley, che guidava le truppe, venne insinuato il dubbio che fosse psichicamente instabile. A capo della commissione di inchiesta era un uomo destinato ad una folgorante carriera, il futuro segretario di Stato, Colin Powell, che concluse che i rapporti tra americani e popolazione vietnamita erano comunque ottimi. Calley venne condannato all’ergastolo e ai lavori forzati, ma, per decisione del presidente Nixon venne subito messo ai domiciliari nella sua casa a Fort Benning e tornò in libertà tre anni e mezzo dopo.
L’Afganistan sta diventando sempre più una sorta di Vietnam per gli statunitensi, incapaci di cogliere la complessità etnica, geografica, religiosa, politica di un paese che non si può definire nei termini della nazione in senso occidentale, dove i governi americani hanno più volte cambiato fronte e dove, soprattutto, non hanno saputo trovare alleati tra popolazioni disprezzate e vessate per oltre un decennio.
Ne abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di numerosi articoli e di un libro, “Afganistan senza pace”, uscito qualche anno fa per le edizioni Zero in Condotta.
Diretta con Rosa da Gaza City che ci offre un resoconto dei quattro giorni di bombardamenti appena trascorsi, sino alla tregua raggiunta questa notte. 25 dovrebbero essere le vittime complessive e molti feriti, con i civili a pagare un prezzo salatissimo e gli ospedali, già provati dall’embargo, ad affrontare l’ennesima emergenza. Nessuno crede a un […]
Diretta con Emanuele Giordana, direttore di Terra e portavoce di Afgana, iniziativa di solidarietà con il popolo afgano. Si aggrava il quadro già molto compromesso nell’Afghanistan in guerra dal 2001. La strage di Panjwai, secondo molti testimoni non sarebbe frutto del gesto isolato di uno squilibrato ma il prodotto dell’odio collettivo instillato ad arte nella testa […]
Nella giornata di ieri si sono svolti presidi ed iniziative in solidarietà con gli arrestati No Tav detenuti dallo scorso 26 gennaio; abbiamo sentito Gianluca sulla iniziativa ad Ivrea dove si trova rinchiuso Luca Cientanni, redattore di Radio Blackout [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/ivrea.mp3|titles=ivrea] Scarica file Mattia sulla manifestazione a San Vittore dove si trovano rinchiusi Nick, Marcelo e […]
Venerdì 9 Marzo circa 200 precari dei movimenti per il diritto all’abitare hanno messo in atto una protesta pacifica occupando l’androne ed il tratto di strada antistante il CIPE (comitato interministeriale per la programmazione economica), che proprio quel giorno approvava ulteriori finanziamenti a compensazione per la TAV. 1 km di TAV = 1000 case popolari […]
Si apre a Pechino la riunione plenaria del Congresso Nazionale del Popolo, e uno dei primi annunci riguarda il budget militare per l’anno in corso: più 11.2%, ovvero le spese militari cinesi arriveranno a 110 miliardi di dollari (670 miliardi di yuan, la valuta locale). Ma quello che non si sa, sul budget militare cinese, resta molto: gli analisti infatti concordano nel reputare che la vera cifra dedicata da Pechino alle spese militari sia molto più alta, e proprio lo scorso mese un’inchiesta dell’Ihs Jane’s (una pubblicazione di Intelligence militare) prevedeva che il budget militare arriverà a 238 miliardi di dollari entro il 2015.
Le cifre ufficiali, infatti, mostrano che la spesa di guerra cinese, nel 2011, è meno dell’1.5% del suo Pil per la difesa, mentre i calcoli di analisti indipendenti metterebbero tale spesa a oltre il 2%. Nei loro calcoli viene tenuto conto anche delle spese per l’esplorazione spaziale, portata avanti dai militari cinesi. La spesa militare cinese è la seconda più alta al mondo, dopo gli Stati Uniti, prevista in 707 miliardi di dollari nel 2012, comprese le missioni militari all’estero.
Questa notizia apre una serie di interrogativi sul ruolo di grande potenza – non solo economica – della Cina e sugli scenari del futuro prossimo.
La decadenza degli Stati Uniti – il cui spaventoso debito pubblico non li porta al default, perché la forza militare rende inesigibile qualsiasi credito, apre le porte a numerosi possibili scenari. Non ultimo quello di un mondo sotto tutela cinese.
Ne abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo.
“Portare la Val Susa anche in città” questo è stato ed è lo slogan di tutti i movimenti solidali al movimento No Tav. Ed effettivamente così è stato nei giorni scorsi. Oggi lo stesso slogan è stato preso alla lettera anche dalle Forze dell’ordine che hanno militarizzato la zona di porta palazzo sin dalle prime […]
Continua la lotta dei lavoratori della ex-Wagon lits. Oggi presidio davanti al ministero dei trasporti con la partecipazione dell’assemblea No Tav Roma, per chiedere un incontro con il ministro che finora non è stato in grado di dare risposte adeguate. Abbiamo intervistato Giuseppe che ha presentato l’iniziativa e fatto il punto sulla vertenza, sottolineando quanto […]
In avvicinamento alla manifestazione nazionale della FIOM-Cgil di Venerdì 9 Marzo e intorno alla riforma del mercato del lavoro abbiamo intervista Giulia della Rete degli Stati Generali della Precarietà e del centro sociale Acrobax di Roma per un punto di vista precario. Intervista a Giulia Stati Generali della Precarietà [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/giulia-SGP-9-Marzo-Fiom-riforma-mercato-lavoro.mp3|titles=giulia SGP 9 Marzo Fiom riforma […]
Ancora rivolte e tentativi di evasione dal Cie di Corso Brunelleschi di Torino; i ragazzi che erano riusciti ad evadere riacciuffati grazie alla delazione degli abitanti del quartiere che dai balconi indicavano agli sbirri le vie di fuga prese dagli extracomunitari. Una diretta con uno dei compagni solidali che sono accorsi fuori dalle mura del […]
Interventi della giornata di oggi, Domenica 4 Marzo…la protesta continua, dopo le manifestazioni di Sabato e Giovedì. Oggi il programma prevede: – Domenica 4 marzo ore 12.00 Giaglione campo sportivo polentata ore 14.00 passeggiata verso la val Clarea Ore 20.57 … Diretta dalla Clarea dove Turi si è arrampicato […]
Intervista con Ada, la compagna di Tobia, impossibilitato dalle restrizioni a comunicare con noi e con chiunque altro a casusa delle restrizioni; per questo in protesta da ieri con questo scipero della fame, senza assistenza medica a causa delle stesse restrizioni. [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/scioperodellafame_tobia_4marzo.mp3|titles=scioperodellafame_tobia_4marzo] Scarica il file