L’informazione di Blackout

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Le scelte del governo nell’ultimo anno sono state un mix di criminalità e cialtroneria.
È stato un anno di “emergenze” costruite per poter meglio modellare un dispositivo securitario, che punta sul disciplinamento del lavoro migrante, come grimaldello per eliminare ogni tutela per tutti i lavoratori, immigrati o “indigeni”.
Il 21 gennaio Monti è andato in Libia per discutere, di soldi, ENI, petrolio ed immigrati. In ballo è la ripresa della cooperazione nel respingimento in mare di profughi e migranti. Con il governo Gheddafi – prima che l’Italia entrasse guerra – le cose andavano a gonfie vele per i razzisti: respingimenti di massa, detenzione nelle galere libiche, netta riduzione degli sbarchi in Sicilia. Tripoli faceva il lavoro sporco, Roma pagava. Chi fuggiva da guerre e persecuzioni trovava galere, torture, stupri e ricatti. Il ministro della difesa Di Paola ha sottoscritto una lettera di intenti con il collega libico Osama al-Juwali per addestrare 300 poliziotti libici in Italia e per il controllo elettronico delle frontiere. La prossima volta andrà in Libia il ministro dell’interno Cancellieri per fissare il nuovo accordo sui flussi migratori. Tutto cambia perché tutto resti uguale.
La Lega Nord scalpita per cacciare via le 22.000 persone sbarcate nel nostro paese per fuggire la guerra in Libia cercando un’opportunità di vita in Europa.
Profughi e richiedenti asilo sono stati affidati alla Protezione Civile, per gestire quella che Berlusconi ha chiamato “emergenza Nord Africa”. La protezione civile anche in questa occasione si è esibita nel solito show. La gente che nel nostro paese ha subito alluvioni, terremoti, frane sa bene che il peggio è venuto dopo. Militarizzazione del territorio, clientelismo, mostruose spese per l’apparato, nulla per chi si trova senza casa e senza lavoro.
I profughi provenienti dalla Libia sono stati dimenticati in migliaia di piccoli centri di accoglienza sparsi per il nostro paese. La protezione civile fa affari, “l’emergenza” diventa una triste normalità.
Tanto “normale” che tanti non se ne accorgono nemmeno, nonostante in ballo ci siano le vite di migliaia di persone.
La gran parte dei profughi della guerra in Libia erano emigrati in quel paese da lunghi anni: nonostante ciò le commissioni che devono decidere sulla concessione dello status di rifugiato fingono di non saperlo, considerandoli alla stregua di immigrati appena sbarcati.
Una delle tante sceneggiate recitate sulla pelle di chi è fuggito da una guerra cui l’Italia ha partecipato attivamente.
Ne abbiamo parlato con Gianluca Vitale, avvocato impegnato sul fronte dell’immigrazione:

Mercoledì 25 gennaio. Continua lo sciopero degli autotrasportatori iniziato ieri con blocchi di tangenziali e autostrade. Dopo l’incontro con il prefetto i tir sono stati tolti dalle strade ma il popolo dei tir è deciso a incrociare le braccia sino a venerdì.
Il governo minaccia la linea dura, il ministro Cancellieri indica alle prefetture la via della repressione.
Se la situazione della viabilità pare migliorare, si moltiplicano invece le difficoltà per il commercio e le aziende: la Fiat chiude i battenti, generi alimentari cominciano a scarseggiare nei banchi di mercati e supermercati. Indice chiaro di quanto la nostra vita quotidiana dipenda da un meccanismo di circolazione delle merci che esclude la filiera corta, il consumo locale, la riduzione dei trasporti.
Gli autotrasportatori, categoria che si è ampliata a dismisura negli anni, grazie alle esternalizzazioni dei servizi operate dalle grandi aziende si battono contro il caro gasolio, ma, nei fatti la loro protesta è insieme più ampia e generica. È la protesta di chi non ce la fa più ad andare avanti, di chi non vede prospettive per il domani. Un sentire che sta crescendo un po’ ovunque.
Ascoltiamo la testimonianza di Luca, uno dei “padroncini”, che da ieri presidia all’autoporto di SITO:

Le istanze degli autotrasportatori scesi sul piede di guerra in questi giorni contro le nuove accise sul carburante, dopo la spinta che saliva da sud col movimento dei “forconi” hanno ottenuto, se possibile, ancora più disprezzo dei loro colleghi meridionali o degli appartenenti alla “casta” dei tassisti. Radio Blackout non si accontenta dei luoghi comuni […]

Continua la lotta dei lavoratori della Wagon Lits Servirail a Milano, da quasi due mesi in presidio permanente sopra e sotto la torre del binario 21 della stazione centrale . Sopra la torre, dopo la discesa di Giuseppe in seguito ad un malore, rimangono ancora Carmine ed Oliviero. E proprio da Carmine ci siamo fatti […]

Continua la protesta del movimento dei forconi. Dopo giorni di blocchi e proteste, i media si accorgono di quanto sta succedendo in Sicilia ma provano a gettare ombre sulla mobilitazione accusando il movimento di tollerare infiltrazioni mafiose e fasciste. Il punto della situazione e qualche chiarimento sul contesto di cui si sta parlando con Giorgio […]

I consultori sono sotto attacco.  E’ sotto attacco l’autodeterminazione delle donne. Lo è in molti settori che riguardano la maternità e la sessualità, lo è nell’attacco sferrato agli asili nido e agli altri servizi, lo è nei tagli al Welfare, lo è nelle forme di precariato e nella impossibilità di avere un lavoro che non […]

Dalla scorsa primavera oltre 22mila persone che sono arrivate in Italia fuggendo dalla Libia bombardata dalla NATO sono “posteggiate” in migliaia di piccoli centri di accoglienza sparsi per tutto il paese. Una situazione che il Governo Berlusconi aveva archiviato sotto il nome di “emergenza nord-africa” e di cui aveva delegato la gestione alla Protezione Civile. […]

In seguito agli scontri in occasione dell’apertura di Casa Pound a Cuneo il prossimo 25 gennaio ci sarà il processo di primo grado nei confronti di 21 antifascisti; in solidarietà con loro, contro il fascismo ed il razzismo sabato 21 gennaio la Cuneo antifascista torna in piazza. Ne abbiamo parlato con un compagno di Cuneo […]

Non si ferma la lotta degli operai delle cooperative che gestiscono la logistica alla Esselunga di Pioltello. Nonostante la dura repressione – ormai trenta lavoratori tra cui tutti i 24 delegati sindacali – sono stati licenziati continua giorno e notte il presidio davanti ai cancelli.
Domenica c’è stato un nuovo sciopero che è riuscito a bloccare completamente l’attività nei capannoni del polo logistico.
Avvisati per tempo dell’anticipazione alle ore 18 del normale turno di lavoro previsto per le 24, decine di operai di altre cooperative e di compagni si sono piazzati davanti ai cancelli fin dalle 16,30.
C’erano oltre 200 persone, comprese decine di operai chiamati in turno di lavoro che si fermavano davanti al picchetto senza intenzione di forzarlo per entrare al lavoro. I crumiri erano solo cinque.
Il capo del servizio di sicurezza dell’Esselunga, Cupillo, ex-consigliere dell’Italia dei Valori di Pioltello chiama la polizia che viene dirottata a Pioltello direttamente dallo stadio di S.Siro dove si stava per svolgere il derby.
Dopo due ore e mezza di fronteggiamento, assemblee comizi e capannelli, tutti gli operai del turno delle 18 decidono di andarsene a casa.
Il lavoro riprende solo dopo lo scioglimento del picchetto intorno alle 22,30

Ne abbiamo parlato con Maurizio Fratus che fa parte del gruppo di solidali che sostengono attivamente la lotta di Pioltello, che, ha sottolineato il ruolo della CGIL, che non ha speso una parola per i licenziati ma si propone come mediatrice di un conflitto che ha sempre disertato.

Oggi centinaia di siti hanno dato vita ad uno sciopero contro il Sopa, l’acronimo significa Stop Online Piracy Act e indica una legge che il congresso statunitense sta approvando.
Questa legge, qualora venisse approvata, permetterebbe ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti.
La legge consentirebbe inoltre al Dipartimento di Giustizia statunitense e ai titolari di copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d’autore. A seconda del richiedente, le sanzioni potrebbero includere il divieto ai network pubblicitari o ai siti di gestione dei pagamenti d’intrattenere rapporti d’affari con il sito accusato delle infrazioni, il divieto ai motori di ricerca di mantenere attivi link verso il sito in questione e la richiesta agli Internet Service Provider di bloccare l’accesso al sito web.
La legge, qualora approvata, renderebbe lo streaming di contenuti vincolati da copyright un reato.

Ne abbiamo parlato con un mediattivista di Reggio Emilia, Lorenzo Coniglione:

La liberalizzazione della licenza dei taxisti – ma più in generale le misure contro edicolanti, benzinai, piccoli esercenti, ambulanti, le stesse “libere professioni” ecc. – in cosa consistono? In due cose. Primo, un’espropriazione secca di reddito da liberare verso grande distribuzione, grandi studi professionali e finanziarie. Parte del salario “autoprodotto” dai padroncini che diventa profitto […]

Diretta telefonica con il noto economista Christian Marazzi, per ragionare insieme sul declassamento di mezza europa da parte dell’agenzia di rating Standard&Poor’s. In particolare abbiamo posto l’attenzione sul carattere performante e sulle concentrazioni di   potere che si celano dietro a quelle che vengono presentate come mere valutazione di questi fantomatici “mercati”, Valutazioni che presto colpiranno […]


Radio Blackout 105.25

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