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Bello e partecipato, nonostante il freddo, il concerto-presidio di martedì 6 febbaraio di fronte al carcere le Vallette di Torino con Militant A e Walter Bonnot di Assalti Frontali (Zulù non ha potuto esserci perché bloccato dalla neve). Circa 400 persne hanno partecipato e accompagnato il concerto con diversi interventi e messaggi di solidarietà ai […]

Da sempre a fianco dei movimenti sociali e alle realtà dell’antagonismo, O’Zulù e Militant A, frontman rispettivamente della 99 Posse e degli Assalti Frontali, saranno a Torino martedì pomeriggio-sera per portare un saluto in musica agli/le arrestat* del movimento NoTav rinchiusi al carcere Le Vallette di Torino. Un’occasione per ascoltare della buona musica e continuare […]

Sabato 28 gennaio. Una nevicata di quelle che non si vedevano da tempo a Torino. Una boccata d’aria dopo mesi di siccità e smog. Gennaio si è ripreso il suo mantello di freddo e ghiaccio.
I No Tav, nonostante la giornata da lupi, si sono raccolti in molte migliaia in piazza Carlo Felice.
C’erano tutti: i comitati della Val Susa, di Torino, dei paesi intorno, e tanti solidali arrivati da tutta Italia per sostenere ancora una volta una lotta che è divenuta punto di riferimento per tanti che si oppongono alle grandi opere inutili, alle installazioni militari, alla devastazione del territorio ed allo spreco delle risorse.
In apertura c’erano le carriole cariche di una manciata delle macerie prodotte per allestire il fortino della Maddalena. C’erano pezzi degli alberi tagliati per il non cantiere, filo spinato, bossoli dei lacrimogeni che ci hanno soffocati e feriti. Il segno tangibile della violenza dello Stato.
Uno Stato che ha dichiarato guerra ai No Tav: occupare un territorio per imporre un opera non voluta, cintarlo come una fortezza, impiegando blindati e soldati reduci dalla guerra in Afganistan, è vera guerra.
Il 28 gennaio abbiamo voluto, in modo simbolico ma concreto restituire ai signori del Tav le loro macerie. Le macerie della libertà di tutti ferita dalla militarizzazione di un’intera valle.
In tutto il corteo più volte è echeggiato lo slogan “libertà, libertà!
Un corteo bello, multiforme, con tante anime. C’erano decine e decine di cartelli autoprodotti, in cui ciascuno aveva scritto una delle tante ragioni della lotta.
Non potevano mancare le foto degli arrestati, i cartelli di saluto per l’uno e per l’altro. Sul furgone di apertura c’era scritto “Liberi tutti!”.

Tra cronaca ed analisi il punto sulla situazione a cura della redazione di Anarres:

In numerose città ci sono state iniziative di solidarietà e lotta.

Ascolta l’intervista a Simone di Reggio Emilia, che ci ha raccontato del presidio solidale e sul nuovo fronte No Tav, che si sta aprendo in città, dove l’amministrazione ha deciso di finanziare la costruzione di una stazione Tav, intermedia tra Milano e Bologna:

Abbiamo parlato anche con Valentina, una compagna di Parma, dove c’è stato un corteo spontaneo che ha attraversato la città:

Anche a Trieste si sono svolte numerose iniziative di solidarietà con i No Tav arrestati ed altre sono in programma per la visita di Moretti del 2 febbraio:

Intervista a Maurizio Piccione sull’accordo Tav stipulato tra Italia e Francia. Maurizio, che di mestiere si occupa della tutela del patrimonio boschivo della Val Susa, ci ha parlato anche delle possibilità di lavoro offerte dalla preservazione dell’ambiente, opposte alla logica cementifera e distruttiva di una grande inutile opera come la nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.
Un’occasione per fare il punto sulla lotta No Tav dopo gli arresti del 26 gennaio, un vero “boomerang” secondo Maurizio, che ritiene che l’operazione repressiva darà ancora più forza alla resistenza No Tav, cementando quei legami di solidarietà che sono il segno di una lotta che, giorno dopo giorno, sa costruire relazioni di mutuo appoggio.

Prima diretta dal corteo, ore 15:30 [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/1ocorto28gen.mp3|titles=1ocorto28gen] Il cortep momentaneamente fermo in una piazza Castello piena, si dirige verso piazza Vittorio, il corteo continua…. [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2ocorto28gen.mp3|titles=2ocorto28gen]

All’indomani dell’azione repressiva messa in campo dalla Procura e dalla Questura di Torino, il punto della situazione sul Movimento No Tav. Tantissime le iniziative di solidarietà in tutta Italia. Ieri centinaia di persone in piazza a Torino e diverse migliaia per la fiaccolata di Bussoleno. Oggi un presidio davanti al carcere delle Vallette e domani […]

Questa mattina  all’alba puntualmente è scattata  un’operazione di polizia contro il movimento notav con la notifica di 25 custodie cautelari e 17 misure ristrettive a compagn* di tutta Italia. Tra questi tre redattori di Radio Blackout, Maja, Luca e Jacopo, accusati come gli altri di aver tentato di resistere allo sgombero del 27 giugno scorso […]

Questa mattina all’alba una maxioperazione di polizia, partita dalla Procura torinese, ha coinvolto decine di compagni, amici, attivisti no tav. Qui a Torino, molte perquisizioni in case private e in quasi tutte le case occupate e centri sociali cittadini. Una quindicina i compagni e le compagne fermati e tradotti in carcere a Torino e provincia,un’altra […]

Sabato 28 gennaio si svolgerà a Torino una manifestazione No Tav.
I No Tav si sono dati appuntamento alle 14,30 in piazza Carlo Felice, dove incontreranno i lavoratori dei Wagon Lits in lotta, poi con una sfilata comunicativa si sposteranno in piazza Castello con cartelloni e carriole piene di macerie, bossoli di lacrimogeno, alberi spezzati.
Le macerie saranno riconsegnate a chi le ha prodotte.

Di seguito l’appello per la manifestazione del Movimento No Tav:
“No Tav, una garanzia per il futuro
Noi vogliamo costruire un futuro per tutti
Politici, amministratori, affaristi tenetevi le vostre macerie

Il 28 gennaio porteremo a Torino macerie della Maddalena di Chiomonte: pezzi di alberi tagliati per fare posto al non cantiere, pezzi di recinzione, bossoli di lacrimogeni che hanno gasato e ferito persone e piante.
Vi restituiamo le macerie che state creando. Le macerie dell’informazione che spesso non è corretta, le macerie della libertà di tutti ferita dalla militarizzazione di un’intera valle, le macerie del denaro pubblico che si sta sprecando in una grande opera inutile e dannosa di cui approfitteranno soprattutto mafie e affaristi, le macerie di quello che voi chiamate sviluppo e crescita e che invece porta crisi sociale ed economica.
Noi non ci stiamo e continueremo ad opporci con la sola forza della nonviolenza popolare con forme di disubbidienza civile, di boicottaggio, di non collaborazione, di resistenza, di determinazione nella ricerca della giustizia.
Noi non ci stiamo e continueremo a impegnarci per costruire una società e un mondo in cui le ricchezze siano redistribuite in modo più equo, in cui le risorse necessarie per il bene di tutti si trovino tagliando le spese militari e colpendo le grandi ricchezze non produttive, in cui i beni comuni siano al centro: lavoro, scuola, sanità, servizi per le persone più fragili, trasporti locali, cultura…
Invitiamo i cittadini di Torino, della Valsangone, dei comuni della Collina Morenica, della Val di Susa a ritrovarsi il 22 gennaio alle h.14,30 in piazza Carlo Felice.
Per garantire gli affari all’alta velocità, si cancellano servizi, si impongono costi elevati ai viaggiatori , si eliminano tratte, si peggiora il servizio per i pendolari, si licenziano lavoratori: testimoniamo con la nostra presenza nell’area della stazione la nostra solidarietà ai ferrovieri in lotta per difendere il proprio posto di lavoro.
Invitiamo tutti a portare o indossare un cartellone che esprima le ragioni contro il Tav ed un messaggio costruttivo e di impegno per difendere le nostre colline, le nostre montagne, le nostre città.
Cercheremo il dialogo con i cittadini per le strade del centro, i nostri cartelli parleranno delle ragioni della nostra lotta, le performance teatrali che faremo in piazza Castello porteranno sotto gli occhi di tutti la quotidianità di una valle militarizzata.
Al termine porteremo le macerie a chi le ha prodotte, a chi costruisce muri invece di ascoltare, a chi vuole continuare a distruggere i beni comuni.”

Ne abbiamo parlato con Gianna De Masi

Un’altra grande opera è ai blocchi di partenza. L’ennesima opera inutile per chi vive e lavora nel nostro paese, ma lucrosissima per gli amici degli amici della destra e della sinistra. Un sistema legale di drenaggio di denaro pubblico a fini privatissimi che ha già devastato mezza Italia.
La nuova linea rischia di compromettere irrimediabilmente il parco naturale delle “Capanne di Marcarolo”, nonché di sconvolgere un delicato equilibrio idrogeologico.
Il CIPE ha stanziato in due tranche, l’ultima ai primi di dicembre, un miliardo e 800 milioni di euro per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Genova e Tortona.53 chilometridi ferrovia – ancora non è chiaro se sarà destinata ai passeggeri o alle merci, che costerà – a lavori finiti – 6,2 miliardi di euro. 115 milioni di euro al chilometro. Una follia che devasterà la Valle Scrivia e, ben lungi dal realizzare il trasferimento modale dalla gomma al ferro, metterà in comunicazione il porto di Genova con i piazzali per Tir della famiglia Gavio, un nome i cui interessi sono strettamente intrecciati con quelli delle società autostradali.
Non certo per caso, l’accordo sottoscritto a fine settembre tra Rfi, regione Liguria, comune di Genova e provincia di Alessandria, consegna il lucroso appalto nelle mani di Cociv-Impregilo, che rimanda ancora ai nomi di Gavio e Benetton.
Tra chi ha le mani in pasta nell’affare vale la pena ricordare il plurinquisito Ettore Incalza, manager al servizio del Ministero delle Infrastrutture e il viceministro Ciaccia, manager del gruppo Intesa-SanPaolo.
Quando venne ideato il terzo valico si immaginava che nel 2006 ci sarebbero passati cinque milioni di “TEU”. Il Teu è l’unità di misura usata per i container. Oggi, sei anni dopo il 2006, nonostante l’indubbia rilevanza sul piano della logistica di Tortona, i container movimentati sono meno di un milione e ottocento. Se ci fosse una qualche ragione per la realizzazione dell’opera basterebbe quest’unico dato a metterla in discussione. Ma la partita, come già per la Torino Lyon, è un’altra e ben altri sono gli interessi in gioco.
Contro il terzo valico è nato da anni un movimento che, specie nel2005, hadato vita a numerose manifestazioni. Una molla forte sono stati gli scempi compiuti in zona con il pretesto di realizzare tre tunnel geognostici, che di fatto sono vere gallerie ferroviarie. Su questi tre “buchi” è intervenuta anche la magistratura che inquisì sia Gavio che Incalza, ma tutto è finito in prescrizione: il potere non fa male a se stesso. Così oggi l’opera è nuovamente in procinto di essere realizzata.
In zona sono ripresi gli incontri e le iniziative di informazione, tra cui un’assemblea tra i No Tav piemontesi e liguri, che si preparano alla resistenza.
Pochi giorni dopo la delibera del CIPE sul terzo valico a 13 No Tav della provincia di Alessandria sono stati recapitati gli avvisi di garanzia per “manifestazione non autorizzata”. Il 28 giugno, all’indomani dello sgombero violento della Libera Repubblica della Maddalena i No Tav della provincia di Alessandria scesero spontaneamente in piazza in solidarietà alla lotta No Tav.
Le denunce di questi giorni sono un chiaro avvertimento al movimento contro la nuova linea tra Genova e Tortona.
Un avvertimento che i No Tav rispediscono al mittente.

Il 2011 è un anno difficile da archiviare.

Anarres, nell’ultima trasmissione dell’anno, ha voluto tentare un primo bilancio, proponendo approfondimenti su alcuni dei tanti fronti di lotta politica e sociale che hanno segnato gli ultimi 12 mesi.

Il 2011 è stato l’anno delle primavere arabe e dell’autunno di sangue e integralismo che le ha seguite.
L’anno della crisi e del cambio di governo in Italia – dove tutto doveva cambiare perché nulla mutasse davvero.
L’anno di Marchionne, l’uomo forte che ha imposto la fine dei contratti collettivi a Mirafiori, piegando l’ultimo bastione di resistenza operaia, in una delle sue roccaforti storiche.
L’anno del decennale della guerra in Afganistan, dove l’Italia resta in prima fila; l’anno che l’Italia – per festeggiare i 100 anni dalla prima guerra per la Libia – ne ha fatta un’altra per non perdere del tutto il controllo sull’ex colonia.
L’anno delle tendopoli per i “clandestini” e del prolungamento della detenzione nei CIE sino a 18 mesi.
L’anno della resistenza No Tav.
Guerra, polizia, controllo sociale, galera sono la musica di sottofondo che, più forte che mai, ha segnato questo 2011.
A noi tutti l’impegno affinché il 2012 non sia peggiore.

Qui l’intervista a Francesco Carlizza su crisi, finanziarizzazione dell’economia, guerra ai poveri:

Ascolta Marco Rossi sulle avventure di guerra dell’Italia in Afganistan

No Tav: approfondimento curato da Maria Matteo.

Fronte dell’immigrazione: ascolta l’intervento di Alberto La Via

Tra primavere e autunni arabi, crisi globale e strategie di lotta: ascolta l’intervista a Salvo Vaccaro:

21 dicembre  2011 – Dalla trx “Conflitti Globali” – Alcuni commenti sulla presunta novità dell’accordo tra Francia e Italia in merito alla realizzazione della grande opera. Ennesimo incontro che sigla un patto e delle tappe di realizzazione che  però  “i conti senza l’oste”. In evidenza le scadenze: inizio dei lavori di scavo per il tunnel […]


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