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Le piazze del 14 novembre sono state segnate da una importante presenza di studenti, soprattutto delle medie superiori, decisamente minoritaria è stata la partecipazione dei lavoratori. La cifra del 14 novembre sotto la mole è la medesima del resto d’Italia: tanti studenti e, per la prima volta, sono in tanti i ragazzi dei tecnici e […]

Lunedì 12 novembre arriverà in valle di Susa il ministro degli interni Cancellieri. Motivo di tale onore è portare solidarietà alle forze dell’ordine e al sindaco di Chiomonte Pinard. Ecco l’ennesima provocazione di un governo che da ormai più di un anno ha militarizzato parte del nostro territorio e in più occasioni ha dimostarto di […]

Domenica 7 ottobre di fronte al check point militare che serra un una morsa strada dell’Avanà a Chiomonte andrà in scena il monologo teatrale “Il racconto del fiume rubato”. La storia della lotta che la gente della Val Bormida ha condotto per quattro generazioni contro la fabbrica di vernici – ma durante la guerra faceva esplosivi – che avvelenava il fiume e uccideva le persone.
Negli anni novanta, dopo durissimi scontri – anche con gli operai che tra salute e lavoro sceglievano il lavoro, la fabbrica è stata chiusa.
È stata una lotta popolare, corale, fatta di marce, presidi durati mesi, cortei con cariche e feriti gravi nel corteo, perché l’Acna di Cengio, pur essendo sul versante piemontese, amministrativamente è territorio ligure.
Una lotta per tanti aspetti simile a quella della Val Susa.
Chiomonte, la zona occupata, è la cornice ideale per un pezzo di teatro che gronda storia vissuta.

Qui sta nascendo un nuovo presidio, un presidio che continuerà a disturbare attivamente le truppe di occupazione e le ditte collaborazioniste.
L’appuntamento è per le quindici, dopo la polentata di rito.

Ascolta la breve testimonianza di Salvatore, che, a margine dell’intervista sul terzo valico, ha rievocato gli anni della lotta contro l’Acna

Dell’iniziativa e delle prospettive di lotta No Tav per il prossimo autunno abbiamo parlato con Luca Abbà

Dopo un’estate intensissima, tra presidi, blocco degli espropri, il movimento contro la linea ad alta velocità tra Genova è Tortona sta vivendo momenti cruciali. Pur non essendo riuscito a contrastare le prime trivellazioni e l’avvio dei lavori a Trasta, nei pressi di Genova, il movimento è cresciuto con nuovi comitati ed un allargamento del fronte No Tav alle zone dell’alessandrino dove verranno costruite le cave per lo smaltimento dello smarino prodotto dagli scavi per il Tav. Nella sola Alessandria saranno ben quattro.
Mercoledì 3 ottobre una fiaccolata di oltre ducento persone ha circondato il quartiere a Trasta: significativa la partecipazione dei bambini dei genitori e degli insegnanti della scuola elementare, prima destinata alla chiusura, oggi al soffocamento in mezzo all’area dei lavori.
Nei paesi, con la complicità di quasi tutti i sindaci il Cociv tra tentando di comperare l’assenso della gente più colpita dal Tav, ma sinora i risultati sono stati del tutto deludenti.

Sabato 6 ottobre il movimento popolare farà una marcia che ripercorrà quella del 2006 tra Serravalle ed Arquata. L’appuntamento è per le 15 in piazza a Serravalle.
Ne abbiamo parlato con Salvatore Corvaio del comitato di Alessandria.

Partono i lavori dell’Alta Velocità – terzo valico, il progetto riguarda il campo base di Trasta nella bassa Valpolcevera in provincia di Genova. Hanno pensato bene di prendere la strada più facile e iniziare a lavorare in un’area, già in loro possesso, messa a disposizione dalle ferrovie. Per aprire altri campi base o cantieri o […]

C’erano tutti: il vicecapo della polizia, Nicola Izzo, il macellaio che nel marzo 2011 represse il movimento no-global napoletano con botte e torture, il presidente della Provincia Saitta, il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano e procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, passando per il vice comandante nazionale dei carabinieri.
Al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha preso parte un discreto pool di esperti della repressione. Sul tappeto, ancora una volta, il disciplinamento forzato del movimento No Tav, sempre refrattario ad ogni tentativo di normalizzazione. Non è bastata la carota, non è bastato oltre un anno di occupazione militare, controlli, arresti, fogli di via per piegare un movimento, che è ormai divenuto punto di riferimento per l’opposizione in ogni dove d’Italia.
Dal vertice è scaturita la decisione di inviare altri 200 uomini in divisa per sorvegliare le recinzioni in Clarea. Come sempre l’apparato propagandistico che sostiene le operazioni repressive parla di estremisti, di anarchici, di antagonisti, ignorando la realtà: il movimento di opposizione al Tav ha maturato una crescente radicalità, sulle barricate della Libera Repubblica come nella lunga resistenza alla violenza dell’occupazione militare.
Dopo un’estate resistente, si prepara un autunno caldo a Chiomonte, dove la scorsa settimana gli uomini della CMC, la Cooperativa Muratori e Cementieri di Ravenna, hanno fatto capolino al cantiere/fortezza in vista dell’avvio dei lavori. I No Tav si preparano alla resistenza.

Domenica 16 settembre, ultimo giorno di campeggio a Chiomonte, alle 14,30 ci sarà un’assemblea popolare del movimento No Tav.

Il 2 ottobre riprenderà il processo contro i No Tav accusati di aver impedito un sondaggio a Susa nel gennaio del 2010.

Ne abbiamo parlato con Alberto Perino.

Ieri in occasione della presentazione dell’opuscolo “Storia di un alpigiano ribelle” al campeggio No Tav di Chiomonte è stato possibile ascoltare questo contributo audio registrato durante un colloquio telefonico con Marco. Un saluto carico di positività dall’indomito Marco Camenish, prigioniero in Svizzera marco ita Scarica file

Continua il campeggio No Tav a Chiomonte e continua la resistenza valsusina e non solo; nonostante la militarizzazione del territorio ancora appuntamenti ed iniziative a sorpresa ad opera dei tanti campeggiatori No Tav. Tra le ultime iniziative la resistenza ai fermi continui a cui gli attivisti vengono sottoposti; l’invito è a chiunque venga fermato nei […]

La sentenza emessa dal tribunale di Torino nei confronti di due No Tav, accusate di resistenza e lesioni per la partecipazione ad una serata di lotta alle reti di Clarea, sebbene si sia conlcusa con la condanna per resistenza di Marianna, rappresenta tuttavia un colpo per le tesi accusatorie delle Procura torinese, che aveva sostenuto con forza la tesi del concorso morale di tutti i partecipanti alle iniziative, indipendentemente dalle azioni individuali.
Per la Procura bastava trovarsi alle reti ed avere strumenti necessari a tutelare la propria salute per essere responsabili persino dello scivolone di un carabiniere!
Per il PM avere con se oggetti il cui possesso è “astrattamente legale” come maschere antigas, guanti e occhiali dimostrava l’intenzione di commettere reati.
Sia Nina che Marianna sono state assolte dal reato di lesioni, mentre Marianna grazie alla testimonianza di ub carabiniere che confonde il nero con il bluette dei sui pantaloni, è stata condannata a 8 mesi.
Una sentenza che potrebbe avere un importante riflesso per l’altro processo ai No Tav, per i quali è cominciata il 6 luglio l’udienza preliminare.

Ne abbiamo parlato con Gianluca Vitale, avvocato del pool No Tav

Il 6 luglio comincia il processo a 46 No Tav accusati di aver partecipato alla resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena il 27 giugno 2011 e all’assedio al fortino del 3 luglio. Tre di loro sono ancora in carcere dal 26 gennaio, quando scattò l’operazione della Procura torinese.
Il giudice dell’udienza preliminare deciderà del rinvio a giudizio e sulle imputazioni proposte dal GIP.
L’intera operazione, al di là, delle singole imputazioni, ruota sul “concorso”. Secondo la Procura, chiunque si trovasse in una delle zone dove sono avvenuti scontri – alla centrale, sul piazzale della Maddalena o alle vasche – è responsabile di quanto è accaduto, perché la sua stessa presenza in quei luoghi dimostrerebbe l’intenzione di commettere reati.
Una sorta di concorso morale collettivo.
Il 6 luglio alla sbarra va quindi un intero movimento.

Ne abbiamo parlato con Claudio Novaro, che difende numerosi No Tav.

Martedì 3 luglio al campeggio di Chiomonte si svolgerà un’assemblea cui, oltre Novaro, parteciperà l’avvocato Losco, che difende alcuni No Tav milanesi.

Qualche centinaio di No Tav ha fatto la propria passeggiata lungo il sentiero No Tav che corre parallelo alla strada dell’Avanà occupata e chiusa da reti e cancelli sin dal 27 giugno dello scorso anno, quando venne sgomberata con la forza la Libera Repubblica della Maddalena.
In Clarea i No Tav hanno circondato le reti e ne hanno tagliato qualche metro, facendo sentire la propria rumorosa presenza. La polizia ha usato idranti e lacrimogeni.
Dopo due ore sullo stesso sentiero solcato in quest’anno da migliaia di passi, i No Tav sono tornati alla Centrale, dove un centinaio di persone batteva il guardrail e il cancello. In tanti irridevano i poliziotti dietro alla rete in alto sulla strada, che scrutavano preoccupati il bosco, nonostante gli scudi, i caschi, l’illuminazione da carcere speciale.

Ascolta il resoconto e il bilancio di Lorenzo

Con una procedura d’urgenza parte ai primi di luglio il processo contro i 46 attivisti No Tav colpiti il 26 gennaio scorso da diversi provvedimenti restrittivitra cui ben 25 misure cautelari in carcere; inizio luglio per l’udienza preliminare.Per evitare la scadenza dei termini per la custodia cautelare il tribunale ha dunque fissato l’udienza preliminare per […]


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