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Sulla situazione in Siria e sul dibattito all’ONU.

La scorsa settimana è stata caratterizzata da un’inasprirsi della repressione nei confronti dei movimenti sociali, che lottano contro le scelte del governo. Da un lato gli autotrasportatori, con i quali Monti ha deciso la mano dura, dando indicazione alle prefetture per interventi molto decisi contro i blocchi, che sono culminati negli arresti di numerosi scioperanti. Dall’altro i No Tav cui la Procura di Torino ha presentato il conto per la resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e per la manifestazione del 3 luglio a Chiomonte.
Un’occasione per fare un ragionamento, che al di là della cronaca, gettasse uno sguardo critico sui movimenti di questi mesi e sulle prospettive per i prossimi mesi. Nonostante le illusioni di certa sinistra inguaribilmente statalista, le questioni sociali sono trattate in termini di ordine pubblico. Gli Stati nazionali, perduto in buona parte il controllo delle risorse pubbliche, rispondono alle tensioni sociali elaborando strategie disciplinari sempre più dure.
Ne abbiamo discusso con Massimo Varengo, che ci ha anche raccontato delle iniziative milanesi di solidarietà agli arrestati No Tav e delle sue impressione sulla manifestazione del 28 gennaio a Torino.
Secondo Massimo la partita vera si giocherà nei prossimi mesi sul fronte del lavoro, nella capacità di reagire e rilanciare il conflitto contro le misure che il governo Monti sta preparando in queste settimane.

La scorsa settimana, dopo una mattinata di resistenza, è stato sgomberato lo stabile di via dei Conciatori che ospitava, tra gli altri, il Circolo anarchico fiorentino, i Cobas, l’Unione Sindacale Italiana e il “Progetto Conciatori”.
L’operazione è scattata alle 6 del mattino.
L’intero quartiere Santa Croce è stato messo sotto assedio dalla polizia in assetto antisommossa.
Otto persone hanno resistito sul tetto dello stabile per sei ore, mentre in strada la polizia caricava i solidali radunati sotto. Dopo lo sgombero un corteo ha attraversato le strade del quartiere.
I “conciatori” avevano ospitato negli anni decine di iniziative aperte ad un quartiere progressivamente svuotato dalla speculazione, che caccia i poveri per far posto a residenze di lusso.
Lo stesso destino riservato ai “conciatori”, messo in vendita, senza consultare le realtà sociali e politiche che vi operavano, e svenduto all’immobiliare “Toscotre”, che si è costituita “ad hoc” soltanto tre giorni prima dell’asta.
La “Toscotre” si è aggiudicata l’immobile (1700 m2) ad un prezzo stracciato: 1150 euro al m2. Praticamente un prezzo da casa popolare, per fare appartamenti e uffici che verranno rivenduti ad un prezzo almeno cinque volte più alto.
Lo stabile era occupato dal 1980. Ma le iniziative dei “conciatori” vanno avanti, decise a riprendere il loro percorso di autogestione e lotta.
Ne abbiamo parlato con un compagno dell’USI, Claudio Strambi

Non si ferma la lotta degli operai delle cooperative che gestiscono la logistica alla Esselunga di Pioltello. Nonostante la dura repressione – ormai trenta lavoratori tra cui tutti i 24 delegati sindacali – sono stati licenziati continua giorno e notte il presidio davanti ai cancelli.
Domenica c’è stato un nuovo sciopero che è riuscito a bloccare completamente l’attività nei capannoni del polo logistico.
Avvisati per tempo dell’anticipazione alle ore 18 del normale turno di lavoro previsto per le 24, decine di operai di altre cooperative e di compagni si sono piazzati davanti ai cancelli fin dalle 16,30.
C’erano oltre 200 persone, comprese decine di operai chiamati in turno di lavoro che si fermavano davanti al picchetto senza intenzione di forzarlo per entrare al lavoro. I crumiri erano solo cinque.
Il capo del servizio di sicurezza dell’Esselunga, Cupillo, ex-consigliere dell’Italia dei Valori di Pioltello chiama la polizia che viene dirottata a Pioltello direttamente dallo stadio di S.Siro dove si stava per svolgere il derby.
Dopo due ore e mezza di fronteggiamento, assemblee comizi e capannelli, tutti gli operai del turno delle 18 decidono di andarsene a casa.
Il lavoro riprende solo dopo lo scioglimento del picchetto intorno alle 22,30

Ne abbiamo parlato con Maurizio Fratus che fa parte del gruppo di solidali che sostengono attivamente la lotta di Pioltello, che, ha sottolineato il ruolo della CGIL, che non ha speso una parola per i licenziati ma si propone come mediatrice di un conflitto che ha sempre disertato.

Alcuni si domandano se uno dei possibili esiti della crisi non sia la guerra. Nella chiacchierata che abbiamo fatto con Salvo Vaccaro dell’Università di Palermo emergono numerosi scenari possibili.

“Nel secolo scorso – dice Salvo – la fine dei vari imperialismi portò ad un conflitto tra elite sfociato nelle due guerre mondiali: il ripetersi di un simile quadro, nell’ambito dello scontro tra le potenze dominanti e i paesi emergenti del cosiddetto Bric (Brasile-Russia-India-Cina) non si può escludere, sebbene al momento la guerra sia di tipo finanziario.
C’è un altro conflitto all’interno del mondo liberal-capitalista, ben rispecchiato nelle pagine de “il Sole 24 ore”, il conflitto tra l’imprenditoria produttiva o commerciale e l’elite finanziaria.
Quest’ultima non ha alcuna preoccupazione di natura politica, territoriale, industriale, perché fa soldi attraverso i soldi, attraverso quella che impropriamente viene definita “speculazione finanziaria”.
Una guerra vera, una guerra guerreggiata, potrebbe essere l’esito del conflitto derivante dall’impotenza della politica statuale, disarmata di fronte allo strapotere della teocrazia finanziaria. La guerra potrebbe essere usata per sabotare l’incessante fluidità dei capitali nel mondo.
E’ già accaduto dopo l’11 settembre 2001 quando la guerra infinita di Bush ha tagliato un po’ le unghie alla speculazione finanziaria. Un possibile obiettivo potrebbe essere l’Iran o anche l’Arabia Saudita, nel caso le rivolte dei paesi arabi finiscano per contagiarla.
Le conseguenze per chi è vittima di possibili strategie non sono certo rosee, anche se non si tratta di scelte pianificate a tavolino, frutto della regia di un “grande vecchio” che le pianifica, ma si impongono per la forza dei fatti.”

Diretta con Antonio Mazzeo, giornalista free lance e blogger. Ci siamo quasi, al via le esercitazioni più imponenti della storia dell’alleanza militare tra Stati Uniti d’America ed Israele e vedranno schierati decine di batterie missilistiche, cacciabombardieri, tank, sistemi radar, unità navali e migliaia di soldati provenienti dai reparti d’élite dei due paesi. Questo ulteriore passaggio inasprirebbe […]

Quanti conoscono la parola “Porrajmos”?
Porrajmos nella lingua dei Rom significa “divoramento” e indica la persecuzione e lo sterminio che il Terzo Reich attuò nei loro confronti.

«Durante la seconda guerra mondiale vennero uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di dominazione razziale: Gli zingari furono perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio, perché zingari e, secondo l´ideologia nazista, ” razza inferiore” , indegna di esistere. Gli zingari erano geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa della loro pericolosità era nel loro sangue, che precede sempre i comportamenti.» (tratto da: Giovanna Boursier, in Zigeuner, lo sterminio dimenticato, Sinnos editrice)

I romn portavano la stella nera degli “asozialen”. “Geneticamente” delinquenti, vennero perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio. Durante la seconda guerra mondiale il Terzo Reich ne uccise 500.000 mila.

Il marchio impresso a sangue sulla pelle di rom non è finito con il regime hitleriano.
Il pogrom di due settimane fa a Torino è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di persecuzione nei confronti di gente colpevole della propria povertà e, perciò, perseguitata.

Ne abbiamo parlato con Marco Rossi, studioso del fascismo ed attento osservatore della realtà nella quale siamo forzati a vivere.

Da ieri il “modello Pomigliano” è stato esteso a tutti i lavoratori Fiat: dal primo gennaio l’azienda sarà libera di imporre straordinari, di non pagare i primi due giorni di malattia se più del 3,5% dei lavoratori è assente. Non prendetevi l’influenza assieme agli altri, perché l’azienda non paga. In base all’accordo sarà vietato scioperare contro l’accordo stesso e chi non l’ha firmato è escluso dal diritto alla rappresentanza sindacale.
Ne abbiamo parlato con Stefano Capello della CUB

Sono passati 42 anni da quel dicembre a Milano. 40 anni dal giorno che una bomba di Stato uccise 17 persone nella banca dell’Agricoltura in piazza Fontana.
La strage di piazza Fontana, la criminalizzazione degli anarchici, l’assassinio di Giuseppe Pinelli furono la risposta dello Stato al movimento del Sessantotto e del Sessantanove.
Ne abbiamo parlato con Paolo Finzi, allora giovane anarchico, testimone e protagonista di quei giorni.
Pino Pinelli “L’ho rivisto l’ultima volta nelle stanze dell’ufficio politico della questura milanese, quella notte del 12 dicembre ’69, quando in tanti (certo più di un centinaio) ci ritrovammo là “fermati”, più o meno “sospettati” dell’attentato alla banca dell’Agricoltura. Come quasi tutti i fermati, fui rilasciato la sera successiva. Pino no”
Solo la forza di quel movimento impedì che il cerchio si chiudesse, che gli anarchici venissero condannati per quella strage, la prima delle tante che insanguinarono l’Italia.
Quelle stragi, maturate nel cuore stesso delle istituzioni “democratiche”, miravano ad imporre una svolta autoritaria, a dittature feroci come quelle di Grecia, Argentina, Cile.

Alcune interviste e interventi raccolti ieri 8 dicembre 2011 durante il corteo da Susa e l’occupazione dell’autostrada A32 nei pressi dell’autoporto. [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/contributi-corteo-susa_prima-parte.mp3|titles=contributi corteo susa_prima parte] Scarica file [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/contributi-corteo-susa_parte-seconda.mp3|titles=contributi corteo susa_parte seconda] Scarica file [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/parte-seconda.mp3|titles=parte seconda] Scarica file [audio:https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/parte-terza.mp3|titles=parte terza] Scarica file Gli aggiornamenti sul compagno di Padova ferito gravemente all’occhio da un lacrimogeno tirato ad […]

Continua da oltre 20 giorni il presidio a Cagliari portato avanti da disoccupati, studenti, agricoltori, artigiani e altre categorie sociali contro la crisi e le vessazioni compiute per mano di equitalia e del sistema bancario. Oggi sarà una giornata di eventi per sensibilizzare e diffondere il messaggio. Lo strozzinaggio legalizzato di Equitalia ha messo in […]

Si alza il sipario sul vertice mondiale Onu sui cambiamenti climatici che quest’anno si tiene a Durban, in Sudafrica. 200 i paesi seduti al tavolo della 17esima conferenza delle parti che si concluderà il prossimo 9 dicembre.  Numerosi gli argomenti che verranno trattati dal fondo verde per il clima al protocollo di Kyoto, il solo […]


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