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E’ di ieri la notizia che il comune di Torino, che pur possiede il 23 % dell’Iren, ha deciso di comperare l’energia dalla ditta romana Gala Spa. Un colpo da 30 milioni l’anno, tanto è quel che Palazzo Civico immagina di spendere nel 2013 per illuminare le strade, i suoi edifici e per far funzionare […]
Il terzo martedì del mese ancora una volta è stata giornata di lotta per il movimento di resistenza agli sfratti. In Barriera di Milano sei picchetti hanno atteso inutilmente l’arrivo dell’ufficiale giudiziario, che non si è presentato. Ancora una volta la resistenza ha pagato. Si saprà solo nei prossimi giorni se sarà comunicato il rinvio […]
Nuova sentenza della Corte d’assise d’appello del Tribunale di Torino per la morte nel rogo del 6 dicembre 2007 dei sette operai della ThyssenKrupp. Il presidente Gian Giacomo Sandrelli ha letto la sentenza che riduce la condanna dell’amministratore delegato in 10 anni, ma soprattutto cancella il reato di omicidio volontario con dolo eventuale. Harald Espenhahn, […]
Oggi sono i cosiddetti “senza fissa dimora” a percorrere con una marcia le strade della città. Si tratta della prima marcia dei senzatetto organizzata dal basso in Torino per chiedere casa, diritti, lavoro, servizi di base, per rivendicare la propria dignità in una città sempre più proibitiva per chi vive ai margini. Partito il corteo […]
Stefania Gatti è un giovane avvocato, al CIE di Torino, per visitare un suo assistito. Mentre aspetta assiste ad una deportazione. Uno uomo viene condotto nell’atrio: ha con se tutte le sue cose e sa cosa lo aspetta. E’ tranquillo, sin troppo tranquillo. Poco dopo si sentono le urla dalla stanzetta in cui è rinchiuso. […]
Le piazze del 14 novembre sono state segnate da una importante presenza di studenti, soprattutto delle medie superiori, decisamente minoritaria è stata la partecipazione dei lavoratori. La cifra del 14 novembre sotto la mole è la medesima del resto d’Italia: tanti studenti e, per la prima volta, sono in tanti i ragazzi dei tecnici e […]
Torino per ora resta in piedi. Se abbiamo sinora evitato il commissariamento però, lo dobbiamo più alla tutela del San Paolo Imi e dei suoi uomini prestati al governo, Corrado Passera in testa, che non per i conti in regola. Mentre le commissioni di vigilanza denunciano una situazione di appalti irregolari, affidati senza alcuna gara […]
La questione della casa è sempre più un’emergenza in tutta la penisola. Chi perde il lavoro spesso perde anche la casa, le case popolari sono poche e riservate a chi ha i requisiti giusti. Perderli è sin troppo facile, basta un nobile inghippo contro l’evasione fiscale per metterti fuori lista. Chi viene pescato a vendere per sbarcare il lunario viene escluso dalla possibilità di avere una casa popolare.
Le risorse pubbliche vengono indirizzate a grandi opere come Tav e grattacieli, che rendono bene sia a chi li fa sia agli sponsor politici. La cura per chi non si rassegna alla povertà e alla strada è la polizia. Ma c’è chi non ci sta e si organizza per resistere agli sfratti e per occupare qualcuno dei 50.000 alloggi sfitti, che tali resteranno perché il mattone serve come garanzia per banche e affari e non importa se è lasciato vuoto.
Dopo la lunga giornata di lotta di martedì anche oggi a Torino i picchetti antisfratto hanno ottenuto due lunghe proroghe (a dicembre e a febbraio), anche a Milano c’è stata resistenza, così come a Parma dove i tre picchetti antisfratto l’hanno spuntata ottenendo proroghe di qualche mese.
Della situazione torinese abbiamo parlato con Alessio Ariotto, uno degli avvocati di movimento che segue le cause per sfratto. Purtroppo la registrazione audio è in parte saltata, vi proponiamo pertanto solo un frammento della chiacchierata che abbiamo fatto.
Delle lotte a Parma ci ha parlato Katia Torri da uno dei tre picchetti antisfratto di questa mattina. Una lunga storia di lotta ed occupazioni (sette nell’ultimo anno) in una città dove gli sfratti sono quotidiani. Una storia iniziata con un gruppo di attivisti decisi e che oggi vede protagonisti gli stessi sfrattati, che partecipano attivamente alla difesa delle case e all’occupazione di quelle nuove per altri che, come già loro, hanno scelto di lottare e resistere.
Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato due ultras juventini accusandoli per il pogrom che lo scorso dicembre mandò in fumo le miserabili baracche dove vivevano i rom nel quartiere Le Vallette di Torino.
I due arrestati sono del gruppo “Bravi Ragazzi”, una delle poche formazioni ultas juventine di sinistra.
Ricordiamo i fatti.
L’attacco incendiario che il 17 dicembre ha mandato in fumo il campo rom della Continassa a Torino è l’emblema del disprezzo diffuso verso stranieri e immigrati poveri che si allarga ogni giorno di più. Spesso a farne le spese sono i rom.
Siamo alle Vallette. Un quartiere popolare, di quelli dove campare la vita non è mai stato facile. Da un lato il carcere, la discarica sociale dove tanti nati qui finiscono con trascorrere pezzi di vita; dall’altra parte c’è il nuovo stadio della Juve, dove le tensioni sociali si stemperano tra tifo e ginnastica ultrà.
In questo quartiere si è consumato un pogrom.
Una ragazzina racconta un bugia, uno stupro mai avvenuto, punta il dito su due rom, i rom che vivono in baracche fatiscenti tra le rovine della cascina della Continassa.
In questa bugia è il nocciolo di un male profondo. Una famiglia ossessionata dalla verginità della figlia sedicenne, al punto di sottoporla a continue visite ginecologiche, incarna un retaggio patriarcale che stritola la vita di una ragazza. Lei, per timore dei suoi, indica nel rom, brutto, sporco, puzzolente, con una cicatrice sul viso l’inevitabile colpevole.
In pochi giorni nel quartiere cominciano a girare i soliti volantini anonimi dei “cittadini indignati”. Da anni in città i comitati più o meno spontanei animati da fascisti, postfascisti e leghisti, soffiano sul fuoco, promovendo marce per la legalità, contro lo spaccio, contro gli zingari. Tutte manifestazioni dalla cui trama sottile emerge la xenofobia, la voglia di forca .
La segretaria dei Democratici torinesi, Brangantini, ha preso le distanze dal corteo indetto per “ripulire” la Continassa, ma quella sera sfilava in prima fila. Con lei c’era tanta “brava gente” accecata dall’odio razzista.
All’arrivo dei vigili del fuoco la folla inferocita li ha fermati a lungo. Ci hanno impiegato tutta la notte a spegnere le fiamme che hanno distrutto il campo.
Quando si punta il dito su un intero popolo, quando tutti sono colpevoli perché due sono sospettati di aver stuprato una ragazza, il passo successivo sono le deportazioni, i lager, le camere a gas. La pulizia etnica. Se sei diverso e povero la tua vita diventa sempre più difficile.
L’estendersi del razzismo e della xenofobia allarga una frattura sociale sulla quale si incardina il consenso verso leggi che annullano anche nella forma l’assunto liberale dell’eguaglianza.
I media fanno la loro parte nel creare un clima di emergenza permanente, accendendo i riflettori sugli immigrati, cui cuciono addosso lo stereotipo del criminale.
I fascisti sguazzano in questo pantano, consolidando la propria presenza attiva, specie in certe zone del paese, ma sarebbe miope non vedere che il male, nella sua terrificante banalità, è ben più profondo. Investe a fondo il sentire comune di interi quartieri, anche tra la gente di “sinistra”, come i Bravi Ragazzi della Continassa.
Da anni i pogrom incendiano l’Italia. Bruciano le baracche e corrodono la coscienza civile. Qualcuno agisce, troppi plaudono silenti e rancorosi, certi che saranno più sicuri. Al riparo dalla povertà degli ultimi.
Ne abbiamo parlato con Paolo Finzi della redazione di A, curatore del DVD e libretto “A forza di essere vento” dedicato allo sterminio nazista di rom e sinti.
Una lunga giornata di resistenza agli sfratti a Torino, dove da un paio di anni si è sviluppato un movimento di resistenza agli sfratti, che contrasta le operazioni di polizia e ufficiali giudiziari.
La Questura ha provato a mettere in difficoltà il movimento concentrando in una sola giornata numerosi sgomberi. Non ci è riuscita.
Intorno alle sette del mattino la polizia carica i solidali nell’androne di una palazzina di corso Cosenza e sfratta una donna e i suoi due bambini. Le cose vanno meglio in via Montanaro dove la polizia fa marcia indietro e gli inquilini ottengono una proroga sino a settembre. La protesta si sposta in via Cuneo: anche qui lo sfratto viene rinviato.
L’amministrazione comunale torinese ha deciso che nel capoluogo subalpino la tassa sulla prima casa sarà del 5,7 per mille, sulla seconda del 10,6 per mille.
Una delle più alte d’Italia. Il sindaco dichiara di augurarsi che la legge cambi, ma nel frattempo chiede lacrime e sangue, perché l’IMU “è la nostra sola risorsa”. Naturalmente Fassino si guarda bene dal citare le decine di case vuote o sfitte, che restano chiuse mentre si moltiplicano gli sfratti.
Se all’IMU si aggiungono i rincari sulla Tarsu e l’aumento dell’aliquota Irpef il conto per i torinesi si alza ancora.
Ne abbiamo parlato con Renato Strumia della CUB.